Benvenuti nella seconda parte del racconto del mio viaggio in Piccardia!
Ho trascorso una settimana in compagnia di cari amici che mi hanno guidata alla scoperta di questa meravigliosa regione a nord della Francia.
Vista la quantità di città, paesaggi, situazioni in cui mi sono venuta a trovare, ho deciso di dividere il mio articolo in più parti per agevolare la lettura.
La prima parte era dedicata alla città di Amiens, base logistica di tutto il mio girovagare francese. Trovate l’articolo QUI.
Di seguito invece passiamo alla seconda tappa di questo bellissimo viaggio, la città di….

LILLE

Ci svegliamo di buon’ora, il sole non si è ancora alzato del tutto sulla città di Amiens, da cui partiamo. Ci dirigiamo alla stazione per andare a prendere il treno che ci condurrà a Lille, una grande città quasi al confine con il Belgio.
La immagino dagli anni in cui facevo l’Università, quando un compagno vi andò a fare l’Erasmus e riportava a casa descrizioni entusiaste della vita a Lille. Finalmente ci sono arrivata anche io.

Lille è una città molto interessante che mischia caratteristiche Francesi e Nord Europee. Della prima ha la delicatezza, le larghe vie, i quartieri etnici e tantissime mostre e manifestazioni d’arte di ogni tipo; delle seconde ha il vento tagliente sulle guance, le architetture dei tetti spioventi e i palazzi in stile Art Nouveau.
Dopo essere scesi dal treno e aver preso un corroborante caffè al bar cominciamo la nostra esplorazione incamminandoci lungo la grande via che dalla stazione conduce al centro città. Ci danno il benvenuto strane sculture di animali immaginari e multicolori. Più tardi ne scopriremo le origini.

Dalla stazione ferroviaria non ci vuole molto a raggiungere il centro lungo Avenue Le Colbusier e poi per Rue Faidherbe che ci conduce in Place du Théâtre.
La piazza prende il nome dall’antico teatro che qui aveva sede e che oggi, dopo essere stato distrutto da un incendio, è stato rimpiazzato da un secondo teatro, l’Opéra de Lille, edificata nei primi anni del secolo scorso.

Dirimpettaio dell’Opéra, svetta la Vieille Bourse, la vecchia sede della Borsa di Lille e forse il palazzo che ricordo più vividamente perché ha dei colori sgargianti, giallo e rosso, ed è minuziosamente decorato in ogni sua parte. Entrandovi, si apre un ampio chiostro che spesso, e per fortuna anche oggi, ospita mercatini di librai, fiorai e giocatori di scacchi.
Ci aggiriamo per i banchi sfogliando libri giallastri e carte impolverate dal tempo, scovando edizioni rare e poster di film francesi.
A rendere quest’architettura ancor più bella vi è oggi l’installazione aerea di alcuni soli argentati che riflettono la luce di questa bella giornata di sole. Si tratta di installazioni artistiche della mostra “Eldorado”, in corso a Lille. Lo erano anche le sculture degli animali immaginari che ci avevano dato il nostro benvenuto a Lille. La città è infatti piena di opere che, come le briciole di pane di Hänsel e Gretel, ci vogliono condurre all’esposizione. Più tardi affamati ci andremo anche noi.

Un ultimo elemento architettonico da notare in Place du Théâtre è la Camera di commercio o Nouvelle bourse, famosa per il suo campanile alto 76 metri e dotato di un carillon che è uno dei simboli della città.
Questo campanile, in francese “beffroi”, non va però confuso con l’altro campanile famoso di Lille, quello che appartiene al Municipio.
Stranamente posto fuori dal centro, per vederlo dobbiamo incamminarci lungo Rue Pierre Mauroy e passeggiare per una decina di minuti dopo i quali svetta davanti a noi il campanile civile più alto d’Europa e l’edificio municipale più alto di Francia. Se sentite nominare Beffroi di Lille è di questo che stiamo parlando. Voltandogli le spalle, possiamo vedere la Porte de Paris, una delle antiche porte della città costruita a mo’ di Arco di Trionfo per celebrare le vittorie di Luigi XIV.

Siamo a pochi passi dal parco Jean-Baptiste Lebes, attraversando il quale arriviamo a Gare Saint Sauveur dove è in corso la mostra che promuove le istallazioni che hanno invaso la città di Lille e di cui vi ho accennato poco fa.
Vecchia stazione per i treni merci, dal 2009 Gare Saint Sauveur è stata riconvertita in uno spazio polifunzionale che ospita mostre, esibizioni e feste, offrendo anche angoli pensati per i bambini e un bistrot con spazio sia all’interno che all’esterno.

In questo momento è in corso la mostra “Eldorado” per la manifestazione Lille3000, giunta alla sua quinta edizione.
Quest’anno in mostra spiccano artisti contemporanei messicani; due immensi saloni sono ricchi di sculture dai mille colori che rappresentano animali e creature immaginarie, che ci accolgono e ci respingono. Nella sala successiva ad esse si sommano installazioni audio e video che creano tunnel di colori in cui passare, per uscirne diversi, e che ri-creano le sensazioni di un viaggio nei mari alla scoperta dei loro abitanti.
Una bellissima mostra e più in generale un bellissimo spazio, che ci piacerebbe vedere anche in altre occasioni.

Ma è tempo di andare e a questo punto abbiamo anche un certo appetito, così su suggerimento di Giga ci addentriamo nel quartiere di Wazemmes.
Quartiere etnico di Lille, è famoso per il suo mercato coperto, uno dei più grandi d’Europa, che purtroppo oggi è chiuso.
Districandoci nelle vie al curry e al cumino di Wazemmes, raggiungiamo “Le Cirque”, un caffè ristorante accogliente che offre pranzi da ricordare. Qui mangio del riso con pollo ad una salsina alle melanzane che viene dritta dal paradiso, sorseggiando una birra belga.


A questo punto abbiamo ancora tutto il pomeriggio davanti prima di dover rientrare ad Amiens e così decidiamo di spostarci per una parentesi fuori Lille. Prendiamo la metro per raggiungere una città vicina, Roubaix, che nel XX secolo Roubaix venne soprannominata la Manchester di Francia a causa della sua fiorente industria tessile.
Parte di questa fiorente storia è stata raccolta e raccontata in un museo che, col passare degli anni, da museo industriale si è trasformato in un museo delle belle arti, completo di diverse collezioni pittoriche e non solo.
Quello che su tutto colpisce e il motivo per cui siamo giunti fin qui è che la sede del museo è la vecchia piscina comunale costruita in stile Art Déco; lo spazio espositivo si chiama per questa ragione “La Piscine”.
Vale veramente la pena di venire fin qui per vedere con i propri occhi una situazione così curiosa.

Finita la visita a La Piscine rientriamo a Lille per un’ultima passeggiata.
Passiamo davanti al Palaix des Beaux-Arts, il museo con la M maiuscola di Lille e che purtroppo non abbiamo il tempo di visitare; in questo museo, tra le varie opere, moltissime appartengono alla pittura dei maestri fiamminghi il cui esponente più celebre, e ultimamente molto di moda, è Bosch. Entriamo comunque per dare un’occhiata alla sua hall e rimandiamo il tour alla prossima volta che ci troveremo da queste parti.

Infine, non possiamo lasciare Lille senza esserci concessi un piccolo dessert. Qui sono famosissimi i Merveilleux e il posto migliore per mangiarli è indiscutibilmente “Au Merveilleux de Fred” al numero 336 di Rue de Gambetta.
Tipico dolce delle fiandre, il Mervelleux è fatto di meringa, panna o crema e cioccolato. Il pasticcere che li sta rendendo famosi in tutto il mondo, Frédéric Vaucamps, li propone in numerose varianti colorate.
Ne prendiamo uno a testa e cerchiamo un posticino per gustarli con calma, lontani dalla fila di clienti della pasticceria.
Poco più avanti sulla sinistra troviamo un piccolo cortile interno con una panchina, e li ci accomodiamo. Siamo in pieno centro, ma leggermente defilati dalle strade principali.
Ad incorniciare questo verde cortile ci sono una serie di case che hanno proprio quell’aspetto che adoro; tetti spioventi a scalini, piccoli camini che spuntano come se fossero funghi nel bosco, grandi vetrate per far passare quanta più luce possibile.
Dietro una di esse si accende una luce calda, ma la lampadina non deve funzionare molto bene perché l’illuminazione va e viene. Quasi una casa stregata, ma mangiando questo delizioso Merveilleux in una città che mi è così tanto piaciuta penso che più che stregata, quella lampadina dev’essere fatata.

 

Dischi ascoltati
Naughty by nature, 19 naughty III

Libri letti
A. Jodorowski, La danza della realtà

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