La maremma è un territorio in parte toscano, in parte laziale; il nostro viaggio si svolge nella zona toscana ed in particolare nella provincia di Grosseto.
Maremma deriva da mare, un po’ per assonanza ma sopratutto per motivi legati alla storia. Questa terra infatti è stata creata dall’azione del mare, che nel corso dei secoli l’ha disegnata, con paludi, lagune, boschi, spiagge e promontori.
Dal mare è stata ceduta agli Etruschi nel VIII a.C. secolo e ai Romani che qui costruirono ville patrizie e municipi, agli Aldobrandeschi tra il IX e il XIII secolo e alla Repubblica di Siena che la trasformò in terra di pascolo.
Ma via via che i decenni e i secoli scorrevano, il mare si riprese la terra e trasformò la maremma in una palude la quale, sempre più spopolata e abbandonata, divenne insalubre al punto da essere descritta nell’Inferno di Dante con queste parole:
“emanava/ un fetore simile a quello che suole diffondersi/ dalle membra putrefatte”.
Dobbiamo aspettare il secondo dopoguerra per vedere in questa terra di briganti il drastico cambiamento introdotto dai lavori di bonifica che hanno reso la maremma una delle regioni più belle d’Italia.
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Ciò che più mi ha colpito della maremma è come la natura sia veramente l’incontrastata sovrana di questo territorio. Nell’entroterra ho viaggiato tra chilometri e chilometri di boschi, prati e campi, che respirano sole e si cullano nel vento, ed è qui che mentre si è ipnotizzati dal dolce scorrere del profilo delle colline, di colpo compaiono borghi, torri e mura antiche. Scendendo poi seguendo l’ovest si arriva al mare dove lunghe, placide e libere spiagge non aspettano altro che il nostro riposo, e uno sguardo sul mare.
Da qui, cominciamo.
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La parte della maremma che affaccia sul Mar Tirreno è chiamata Costa d’Argento ed è piuttosto nota per la presenza di un promontorio, quello del Monte Argentario.
Nel promontorio, i centri più famosi sono Porto Ercole a sud e Porto Santo Stefano a nord. Tra i due lembi di terra (la Giannella e la Feniglia) che collegano il promontorio al continente invece si sviluppa la laguna di Orbetello.
Con queste coordinate principali, potete muovervi tutto intorno al promontorio alla ricerca della vostra spiaggia o cala ideale. Io ve ne consiglio alcune.
I Bagni di Domiziano sono una placidissima spiaggetta libera accessibile attraverso un accesso pedonale all’altezza del KM. 10+050 della Statale 440 di Porto Santo Stefano.
Il suo nome si deve al fatto che qui sorgeva una villa romana della famiglia dei Domizi Enobarbi e ancor oggi vi si trovano i resti di una delle vasche cetarie usate per l’allevamento del pesce.
Credo che questa sia la, se non una delle, spiagge più sottovalutate dell’Argentario. Ne ho letto qualche informazione per caso, quasi mai citata nelle recensioni delle diverse spiagge che costellano il promontorio. Personalmente invece, è per i Bagni di Domiziano che tornerei in questi luoghi, perché qui ho trovato una senso di calma che non sentivo da molto; l’acqua che bagna la spiaggia è cinta da una piccola baia, e quasi sembra non interessarsi del resto del Mar Tirreno. La sabbia è fina, piacevole. Persino in agosto con tanti altri bagnanti intorno a me, ho goduto di una meravigliosa quiete immersa nel mio libro del momento.

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Acqua Dolce invece si trova poco più a sud di Porto Ercole, dall’altra parte del promontorio.
Per arrivarvi si deve percorrere una discesa a piedi, facile e percorribile in infradito (vi do così un metro per capire cosa possa significare “facile”). Si cominciano a vedere le rocce e si viene poi sorpresi da un mare incredibilmente turchese, e a macchie blu.
La spiaggia è in parte libera, e in parte rifornita di ombrelloni e lettini gestiti da un piccolo chiosco che vende qualcosa da bere, senza però nessuna pretesa di intrattenere i bagnanti, e per fortuna. Principalmente rocciosa, c’è qualche angolo di sabbia. Sono stata qui in un giorno ventoso in cui le onde erano alte e forti e per fare il bagno ci si metteva tutti sul bagnasciuga, aspettando il momento giusto per correre. Molto divertente. Questa caletta mi è risultata piacevole in un giorno ventoso e a tratti nuvoloso, non posso quindi che promuoverla a pieni voti, immaginandone la bellezza in un giorno sereno. L’unica cosa da tenere a mente è che qui il sole se ne va a metà pomeriggio.
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Ma la Costa d’Argento non è formata solo dal promontorio del Monte Argentario.
Poco più a nord, dirigendoci verso Talamone, vi è un lungo tratto di costa che ospita diverse spiagge. Nel mio viaggio sono stata a Spiaggia dell’Osa, dove il sole batte fino a tardi. Semplice, comoda, libera, a volte ventosa, la spiaggia dell’Osa è un luogo dove ognuno può trovare il proprio spazio e godersi l’acqua blu e l’odore di mare.
Se invece partendo dal promontorio dell’Argentario ci dirigiamo verso sud, oltrepassando Ansedonia possiamo incappare nella spiaggia Torba, chiamata così perché una componente ferrosa conferisce alla sabbia un colore grigio scuro.
Per dare qualche informazione utile, la spiaggia dell’Osa e la Torba sono comodamente accessibili, a pochi passi da alcuni parcheggi. Nella prima non ci sono chioschi, nella seconda potete trovare un bar abbastanza grande.
Il refrigerio serale
Dopo il sole in riva al mare non c’è niente di meglio di un bel tramonto, di una buona cena e dell’aria fresca dell’entroterra maremmano. Ecco qualche suggerimento su possibili luoghi in cui passare qualche ora piacevole.
Situato sul confine meridionale del parco della Maremma, Talamone è un piccolo paesino marinaro nel comune di Orbetello. Questa città era già conosciuta al tempo dei Greci, degli Etruschi e poi dei Romani, che la rasero al suolo. Risorse nel medioevo, ma per il corso degli eventi e per le condizioni insalubri della maremma all’epoca, Talamone ha una storia decadente. E tuttavia è da qui che ci si può godere un meraviglioso tramonto, con un’ampia vista sul golfo di Talamone con l’Argentario a spezzare l’orizzonte. Il mio consiglio è proprio quello di recarsi qui per godersi le ultime ore dorate del giorno guardando il mare seduti sul muretto della rocca.
Anche dalla città di Orbetello si può godere di un meraviglioso tramonto, con vista sul promontorio dell’Argentario e sulla laguna che si è formata tra la Feniglia e la Giannella.
Per cena potete andare al centro degustazione “I pescatori”, un posto aperto da una cooperativa di pescatori in cui troverete sempre pesce freschissimo a prezzi non eccessivi. Non mancano piatti insoliti, come i pici bottarga e zucchine. Per digerire potete fare una passeggiata lungo il corso principale del centro di Orbetello, imperlata di negozi e negozietti.
Nel comune di Magliano in Toscana ci sono tre posti da visitare; Magliano stesso, Montiano e Pereta.
Il primo è il più grande, vi si trovano diversi bar, ristoranti e qualche negozietto. Per me la sosta, consigliatami dalla mia proprietaria di casa, è stata al bar “Barcollo”, una gelateria su una delle strade principali dal paese che fa buonissimi cocktails pestati, soprattutto il gettonato Moscow Mule.
Per chi voglia sapere di più sulla storia di questo long drink recentemente tornato in auge ecco un articolo di approfondimento.
Montiano, dove ho alloggiato dalla gentilissima Manuela, che consiglio a tutti e che potete rintracciare QUI, è un borghetto veramente piccolo ma estremamente accogliente. Qui la sera si gode di una pace assoluta, seduti sulle panchine che affacciano sulle circostanti colline quasi del tutto al buio. Una cosa che ho notato in questa terra è che tra un paese e l’altro non c’è illuminazione stradale e questo rende possibile godere di paesaggi notturni bui che dalle mie parti, nel Veneto, sono assolutamente inimmaginabili.
La terza località è Pereta, sempre frazione del comune di Magliano in Toscana.
Passeggiando per le sue labirintiche vie nelle sere d’estate vi accorgerete di poter sbirciare in alcuni scorci di vita dei sui abitanti. Chi si accuccia sui gradini dell’uscio per fare la settimana enigmistica, chi se ne sta con la porta di casa aperta comodamente piazzato in divano, chi esce per prendere meglio rete con il cellulare. Non ci sono porte chiuse con i chiavistelli; una casa è anche senza porta, e a farne le veci sta una enorme tenda-tela con una poesia dipinta a mano sopra.
Per noi turisti l’accoglienza alla Trattoria da Maria Di Pallini Luciano è delle migliori.
Se come me entrate senza sapere cosa vi aspetta, le cose andranno così: vi accomoderete accompagnati da cameriere sorridenti che vi chiederanno cosa gradite da bere. Insieme alle bevande, vi offriranno un ottimo crostino al pomodoro e delle melanzane grigliate. A questo punto il sorriso sul vostro volto è garantito, “Uau, che caloroso benvenuto!”. Il dubbio si insinuerà in voi quando vi arriverà un tagliere di affettati misti.
Insomma, per farla breve, a questo punto abbiamo fermato una cameriera per chiederle timidamente se ci stesse sfuggendo qualcosa. Qui il menù è fisso e per soli 27 euro mangerete due antipasti, tre primi, due secondi e due dolci. Non siate spaventati perchè la bontà di ciascuna pietanza vi farà lottare agguerriti per arrivare alla fine, vincenti.
In generale in tutta la Maremma in ogni comune, frazione e paesino si organizzano sagre per tutta l’estate. Sagra del cinghiale, dei pici, del prosciutto, degli strozzapreti, dell’acquacotta, del tortello toscano… chi più ne ha più ne metta. Non tiratevi indietro e andate alla ricerca della vostra sagra preferita perché qui si mangiano davvero i piatti maremmani preparati, magari non in modo gourmet, ma sicuramente con la sincerità della tradizione.
Lasciando la parte di maremma più vicina al mare ci addentriamo nell’entroterra verso le città del tufo e le terme naturali create dal Monte Amiata…
leggete la seconda parte di questo articolo QUI